Il tempio: origini cosmologiche e metafisiche

“L’uomo è la misura dell’universo […] Le diverse entità che esistono nell’universo sono nell’uomo, e le diverse entità che esistono nell’uomo sono nell’universo. È chiamato puruṣa l’aggregato di sei costituenti: terra, acqua, fuoco, aria, spazio e brahman immanifesto. Dell’uomo la terra è la forma, l’acqua l’umidità, il fuoco il calore, l’aria il respiro vitale, lo spazio le cavità, il brahman il sé interno. Com’è il potere del brahman nell’universo, così è il potere del sé interno nell’uomo.” (Caraka-saṃhitā 4.4-5)

Il tempio viene concepito come un cosmo in miniatura, un luogo di particolare sacralità in cui viene ritualmente trasferito il centro ideale dell’universo.

La scienza che sottostà alla costruzione di un tempio è nota come Vāstuvidyā; essa è strettamente legata all’astrologia. Uno strumento progettuale appartenente alla Vāstuvidyā è noto con il nome di vāstupuruṣamaṇḍala, letteralmente il “diagramma  dell’uomo del luogo”. Si tratta infatti della planimetria costante in cui si inscrive il tempio.

Il vāstupuruṣamaṇḍala ha la forma di un quadrato in cui giace un uomo gigante accovacciato con la testa a terra in direzione nord-est che rappresenta il Puruṣa ossia il Principio Supremo che dimora sia nell’uomo sia nell’universo.

I momenti più o meno favorevoli (vāstumuhūrta) per l’edificazione di un tempio sono ricavati in base al calcolo delle rotazioni della terra intorno al sole e sono associati ai solstizi e agli equinozi. I momenti propizi sono quelli più carichi di energia, quelli in cui si ritiene che il Puruṣa, l’Uomo cosmico, sia sveglio, attivo e coincidono solitamente con i solstizi.

 

L’opera di edificazione coinvolge diverse maestranze: l’architetto che lavora in accordo con il committente e il sacerdote che deve conoscere la scienza della costruzione, la matematica, l’astronomia; il sacerdote-architetto che conosce i Veda e gli Āgama; gli artigiani tra cui i principali sono lo scultore e il pittore.

L’atto costruttivo è ritmato dal succedersi di rituali. Questi ultimi, sottostando a ogni fase della costruzione, sono garanti del buon esito dell’opera che in sé è un atto meritorio in grado di conferire la liberazione, secondo il pensiero tradizionale.

Il mondo manifesto, di cui la forma e l’architettura sono parti, è concepito come la concretizzazione allo stato grossolano dell’Essenza divina. Il tempio indù è una costruzione altamente simbolica poiché si richiede al divino di prendervi dimora.

Di fatto si chiede alla materia, costituita dall’amalgama dei cinque elementi, di armonizzarsi con tale Essenza. Il tempio rappresenta la casa e il corpo di Dio.bozzetto-inteno-tempio-ok

In Italia, il primo tempio costruito secondo i dettami delle sacre Scritture – dal terreno al pinnacolo che si staglia nel cielo con la sua cupola dorata – è il tempio di Śrī Lalitā Tripurasundarī in Località Pellegrino ad Altare.