Pañcāṅga

Nel Veda troviamo la scienza dell’astronomia. Lo studio dei movimenti e dei flussi degli astri è di grande importanza per l’applicazione dei vari aspetti della esistenza: da quelli ritualistici, allo studio, agli affari, ai gesti di vita quotidiana.
Il tempo è concepito come un flusso senza fine che si muove a grandi cicli.
Come le acque si muovono talora in modo pacifico, a volte agitate e tortuose, così il tempo.
I movimenti del sole e della luna e gli altri corpi celesti sono l’indicazione del flusso del tempo; conoscerlo è come sintonizzarsi con il cosmo.
La distanza angolare (antioraria) tra sole e luna misurata dalla Terra lungo l’eclittica (il cerchio nel cielo in cui sole, luna e pianeti sembrano muoversi) può variare tra 0° e 360°; si divide questa in 30 parti; ogni parte perciò finisce a 12°, 24° e così via. Il tempo trascorso dalla luna in ciascuna di queste parti (cioè il tempo che occorre affinché la distanza angolare aumenti a passi di 12° partendo da 0°) è chiamato tithī.
Nel mondo indù nessuna festa religiosa, evento familiare, o anche un affare civile viene eseguito senza aver prima consultato il pañcāṅga.

La parola sanscrita SIGNIFICA CINQUE PARTI:

TITHĪ = giorno o fase mese lunare

VĀSARA = giorno della settimana

NAKṢATRA = casa lunare o asterismi

YOGA = congiunzioni

KARAṆA = è un mezza tithī 

Il tempo crea il cielo e la terra. Il tempo crea quello che è passato e futuro. Attraverso il tempo il sole brucia, attraverso il tempo tutti gli esseri esistono, gli occhi vedono nel tempo. Il tempo è il Signore di tutto. (Atharva Veda 19.54)