Visita al Tempio

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Visita al tempio

Quando si visita un tempio tradizionalmente
si seguono determinate regole e
si compiono alcuni atti significativi.

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Il tempio, immerso nel fitto del bosco, si raggiunge percorrendo una strada che, nell’ultimo tratto lungo 2 km, è sterrata e si snoda sotto la volta suggestiva delle chiome dei castagni. Ciò consente di compiere un pellegrinaggio fino al tempio, padayātrā, arrivando a piedi in questo luogo di pace, lungo un cammino nella natura e in se stessi, lasciando alle spalle il frastuono del mondo esterno.

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Prasāda

Al devoto, al termine della pūjā, vengono offerte le polveri sacre che vengono applicate sulla fronte: la vibhūti, la cenere sacra simbolo di purezza legato a Śiva, e la curcuma rossa, kuṅkumam, simbolo della Śakti. Infine si riceve il prasāda, il cibo consacrato, che dopo essere stato offerto alla divinità viene distribuito ai devoti.

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Le offerte

I devoti portano offerte simboliche per la pūjā: frutta, fiori, dolci e altri omaggi.

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La musica e il canto

La musica insieme al canto, attraverso la pratica di bhajana e kīrtana, in cui si ripetono le qualità espresse dai nomi delle divinità, sono parte della pratica al tempio durante lo svolgimento della pūjā, come espressione devozionale.

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Rintocco della campanella (ghaṇṭā)

I devoti entrando nel tempio fanno risuonare una campanella (ghaṇṭā) appesa al soffitto all’ingresso del tempio (usanza diffusa in particolare nei mandir del Nord India).

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La luce della conoscenza

Nel momento del darshan, durante il rito dell’arti, in cui la luce del dīpa fa emergere l’immagine della divinità dall’oscurità del garbhagṛha, il devoto può “vedere” e riverire la divinità adorata; quindi questa luce che rappresenta la conoscenza viene offerta ai presenti: ognuno avvicina le mani alla fiamma e poi le porta a toccare gli occhi per ricevere la benedizione divina.

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Praṇāma

Il  devoto assume il gesto di saluto con i palmi delle mani uniti, namaskāra, che esprime la consapevolezza  dell’unità.
Al termine del rituale il devoto compie un atto di prostrazione alla Divinità, praṇāma, in uno spirito di completo  abbandono.

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Pradakṣiṇa

I devoti compiono la pradakṣiṇa intorno al garbhagṛha, il sanctum che simboleggia il luogo di nascita dell’universo, il luogo di incontro di Dei e uomini. Il tempio è il grembo del sacro in cui viene trasferito il centro dell’universo, ponte tra il piano materiale e quello trascendente.
Il termine pradakṣiṇa significa “circoambulazione da sinistra a destra di una persona o di un oggetto”.
La pradakṣiṇa è un atto che costituisce parte integrante del culto indù .
Il devoto che accede al tempio intraprende un viaggio all’interno di se stesso sperimentando un’accentuata corrispondenza tra microcosmo e macrocosmo. Un viaggio enfatizzato dal rituale della pradakṣiṇa intorno al perimetro esterno dell’edificio sacro. Il devoto ripercorre i ritmi della manifestazione fino a volgersi di nuovo verso il silenzio assoluto.