Visita al Tempio
Tīrtha- yātrā
Il tempio, immerso nel fitto del bosco, si raggiunge percorrendo una strada che, nell’ultimo tratto lungo 2 km, è sterrata e si snoda sotto la volta suggestiva delle chiome dei castagni. Ciò consente di compiere un pellegrinaggio fino al tempio, padayātrā, arrivando a piedi in questo luogo di pace, lungo un cammino nella natura e in se stessi, lasciando alle spalle il frastuono del mondo esterno.
Prasāda
Al devoto, al termine della pūjā, vengono offerte le polveri sacre che vengono applicate sulla fronte: la vibhūti, la cenere sacra simbolo di purezza legato a Śiva, e la curcuma rossa, kuṅkumam, simbolo della Śakti. Infine si riceve il prasāda, il cibo consacrato, che dopo essere stato offerto alla divinità viene distribuito ai devoti.
La luce della conoscenza
Nel momento del darshan, durante il rito dell’arti, in cui la luce del dīpa fa emergere l’immagine della divinità dall’oscurità del garbhagṛha, il devoto può “vedere” e riverire la divinità adorata; quindi questa luce che rappresenta la conoscenza viene offerta ai presenti: ognuno avvicina le mani alla fiamma e poi le porta a toccare gli occhi per ricevere la benedizione divina.
Pradakṣiṇa
I devoti compiono la pradakṣiṇa intorno al garbhagṛha, il sanctum che simboleggia il luogo di nascita dell’universo, il luogo di incontro di Dei e uomini. Il tempio è il grembo del sacro in cui viene trasferito il centro dell’universo, ponte tra il piano materiale e quello trascendente.
Il termine pradakṣiṇa significa “circoambulazione da sinistra a destra di una persona o di un oggetto”.
La pradakṣiṇa è un atto che costituisce parte integrante del culto indù .
Il devoto che accede al tempio intraprende un viaggio all’interno di se stesso sperimentando un’accentuata corrispondenza tra microcosmo e macrocosmo. Un viaggio enfatizzato dal rituale della pradakṣiṇa intorno al perimetro esterno dell’edificio sacro. Il devoto ripercorre i ritmi della manifestazione fino a volgersi di nuovo verso il silenzio assoluto.